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Un tour del gusto in Sicilia

Tutti i sapori più buoni della Sicilia per un Grand Tour contemporaneo ed enogastronomico

Un tour del gusto in Sicilia

Entrare nella cucina siciliana significa iniziare un viaggio paragonabile a un tour tra le vie di un suk arabo, un labirinto di contaminazioni mediterranee, profumi e odori che uniti come amanti in un matrimonio di piaceri per il palato creano a un'esperienza gourmet antica, tradizionale e contemporanea.

© Michela

Streetfood storico

Lo street food incontaminato, che a ogni angolo di questa terra ti rapisce e ti porta in una dimensione a sé, tra questi l'arancina (o arancino, che si voglia, dipende dalle zone) è estasi per le papille gustative e non solo. Si narra che la forma piramidale con cui sono preparate in particolare a Catania, sia dovuta all'Etna.

Monte Etna: Escursione da Catania
Ergiti sulla cima del vulcano attivo più alto d’Europa
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Il gesto del mangiare la punta fa sì che venga "scoperchiato" il cuore dell'arancina tradizionale, fatto di ragù, pomodoro e uovo sodo e raffigurante l'attività del vulcano, con il magma che attivandosi esplode nella bocca.

Una tradizione enogastronomica che nel tempo si è spostata dai banchetti dei mercati rionali, entrando in luoghi da mille e una notte per il palato. Già nel 1600 l'Italia e le sue isole erano mete consacrate al Grand Tour delle classi più agiate d'Europa, ma nel corso dell'ultimo decennio la Sicilia ha vissuto un nuovo capitolo della sua storia, l'enogastronomia e la riscoperta del territorio.

Aria araba a Palermo

A Palermo si possono mangiare crocchette e panelle, sotto i raggi del sole della spiaggia di Mondello, con i piedi bagnati dalle acque del Golfo oppure spostarsi a breve distanza dal lungomare, nel cuore del centro storico all'interno di Palazzo Gangi. Qui si cela l'Osteria dei Vespri con l'eclettico Alberto Rizzo e le sue creazioni culinarie, riappropriate di uno stile a sé.

Le genovesi di Erice

Stanchi del caos cittadino, dal cuore della vita politica di questa regione dirigiamoci verso ovest, per raggiungere Erice dove vi sembrerà di toccare il cielo con un dito e non solo con l'immaginazione. Al numero 14 di Via Vittorio Emanuele, una signora vi consiglia di assaporare un dolce di pasta frolla e crema, non sapendo che si tratta delle genovesi di Erice. Celebri quelle proprio della Pasticceria Grammatico, ma buone anche da San Carlo. Andatevene verso il castello e standovene comodi dalla torre, ammirerete l'infinito del mare e del cielo che si unisce tra le colline di Favignana, Marettimo e Levanzo, le isole Egadi.

© Christian Baudet

Scene da Gattopardo

Scendendo verso sud nella zona marsalese, resa celebre per il suo vino liquoroso e proclamata Città Europea del Vino 2013, circondata tra le terre collinari dell'entroterra e mimetizzata dalle vigne, si giunge alla cantina Donnafugata. Il nome ha un doppio legame storico: dal una parte fa riferimento alla storia della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV di Borbone che ai primi dell'800, fuggita da Napoli per l'arrivo delle truppe napoleoniche, si rifugiò in quella parte dove oggi si trovano i vigneti; dall'altra fa riferimento al romanzo di Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo: è a Donna Fugata che il principe di Salina veniva a passare i bollenti mesi estivi dell'estate siciliana.

L'uovo di seppia

Proprio in mezzo alla storicità di questi luoghi che si estendono fino a Pantelleria, si svolge un viaggio di profumi conservati nel nettare degli dei e in quel passito che coinvolge e racconta un territorio ricco di note dolci e aspre come la zona di Agrigento e Caltanissetta. Con le loro radure che vi accompagnano lungo la SS115, trasudando afa e calore durante la bella stagione e da cui trovare riparo, facendosi coccolare dalle sapienti mani di Pino Cuttaia a Licata, al ristorante La Madia.

Dopo anni da emigrante, nel 2000 ha deciso di tornare nel suo angolo di Sicilia aprendo, oltre al ristorante La Madia, anche l'Uovo di Seppia, una "bottega d'autore" dove poter acquistare prodotti eccellenti da preparare a casa.

Ibla tra mare e terra

Accompagnati dalle spiagge di sabbia gialla e i muretti a secco si entra in un'altra Sicilia, resa celebre dal commissario Montalbano. Ancora incontaminata e verde, dove anche gli chef più famosi coltivano le verdure e le erbe da impiegare nelle creazioni all'interno delle loro "case del gusto". Nel giro di venti chilometri c'è solo l'imbarazzo delle stelle: all'ingresso di Ragusa a dare il benvenuto ci pensa Claudio Ruta del ristorante La Fenice.

Nel cuore di Ibla, tra le basole di pietra bianca in una perfetta armonia gattopardesca, si trova la Locanda Don Serafino, disegnata all'interno di una grotta in roccia calcarea attigua alla Chiesa dei Miracoli - patrimonio UNESCO. L'eccezionale location è solo l'"antipasto" di un'esperienza mozzafiato tra le creazioni di Vincenzo Candiano e l'amore per questa terra trova il perfetto connubio tra mare e terra negli spaghetti freschi con ricci, nero di seppia e ricotta vaccina.

Un'esplosione gourmet che va a completarsi sotto uno dei palazzi più belli della cittadina, Palazzo La Rocca, cornice d'accesso alle sale del viaggio enogastronomico di Ciccio Sultano: il ristorante Il Duomo che con la variante personale ha permesso di raggiungere l'olimpo degli artisti del food mondiale e le due stelle Michelin.

Ciccio Sultano e Vincenzo Candiano

Madonie, Nebrodi e Bronte

Si può scegliere di continuare verso est fino all'orecchio di Dioniso che potrebbe indirizzarvi tra i vicoli cari a Pitagora che compongono quell'isola di estasi di Ortigia o attraversare il polmone verde della Sicilia, scoprendo la natura selvaggia delle Madonie o i verdi promontori dei Nebrodi. Qui si può godere del silenzio e della pace delle montagne siciliane e estasiarsi con il panorama delle isole Eolie dal patio dell'Antica Filanda, hotel-ristorante a Capri Leone, guidato a otto mani. Le otto mani sono quelle dagli chef Nina, Pina, Pinuccia e Nunzia, vere esperte della cucina di terra. Queste quattro donne sanno esaltare le materie prime locali come il maialino nero dei Nebrodi, i funghi porcini, le nocciole e il pistacchio, anche se il più famoso resta quello di Bronte e da qui siete molto vicini alle pendici del più attivo vulcano d'Europa.

Una guida di fiducia da portare con sè: Le Soste di Ulisse, il meglio dell'enogastronomia e dell'ospitalità in Sicilia, una guida Michelin tutta isolana.

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